Scheda Plantinga

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A. Plantinga, filosofo statunitense nato nel 1932 a Ann Arbor, MI, è noto sopratutto per le ricerche degli anni '60 e '70 in epistemologia, logica modale e filosofia della religione. È stato dal 1982 al 2002 direttore del Centro per la Filosofia della Religione della cattolica Università di Notre Dame, IL. In questo periodo si è segnalato anche per opere che coniugano la più classica apologetica cristiana con le metodologie della filosofia analitica. Ad esempio, ha scritto in varie occasioni sulla prova ontologica dal punto di vista della logica delle modalità necessario-possibile interpretate con la semantica dei molti mondi di Saul Kripke e con l'uso della probabilità epistemica. In italiano sono usciti, recentemente, prima studi dedicati al suo pensiero e in seguito traduzioni di due dei suoi ultimi libri. È il frutto dell'interesse suscitato recentemente in Italia dalla sua opera.

Plantinga mette in sinergia due mondi concettuali tradizionalmente molto distanti, cioè da un lato la teologia riformata di Giovanni Calvino nella interpretazione dei neo-calvinisti olandesi come Abraham Kuyper e Herman Bavinck, dall'altro la filosofia analitica di Ludwig Wittgenstein e Willard Van Orman Quine. Plantinga viene direttamente dalla teologia e dalla filosofia come sono insegnate al Calvin College, MI, famosa istituzione fondata nel 1876 da calvinisti olandesi emigrati nel Michigan. Il risultato è qualche cosa, a viste "continentali", a prima vista impossibile, cioè un filosofia analitica non spudoratamente atea, come ad esempio in Bertrand Russel, ma dedita all'apologetica cristiana! Plantinga stesso chiama scherzosamente epistemologia riformata il suo metodo di argomentare, sottolineando, in questo modo, molto energicamente, le due fonti del suo pensiero, cioè la filosofia analitica e la teologia riformata.

Le due opere tradotte sono due contributi su due temi fondamentali di Plantinga. Il primo tema è l'affermazione del carattere di base della credenza (belief in inglese) cristiana. Nel linguaggio analitico si distingue tra credenze raggiunte tramite prove e credenze di base. Sono credenze di base quelle prodotte dalle percezioni dei sensi, dai ricordi, o dalle leggi della logica. Le credenze di base non sono soggette a prove ma la loro negazione risulta in uno scetticismo auto-contraddittorio. La credenza in Dio è di base e proviene, secondo un modello proposto da Calvino delle Istituzioni, dalla percezione del sensus divinitatis che il Creatore ha impresso nelle creature. Da questo punto di vista le classiche prove dell'esistenza di Dio non hanno valore dimostrativo ma di accompagnamento a un credo ut intelligam, secondo il più classico argomento riformato. Il secondo tema è quello richiamato dal titolo dell'opera tradotta nel 2014, che dovrebbe essere, più correttamente, reso come Garanzia della credenza cristiana. Ma al curatore Di Ceglie il termine credenza è sembrato troppo ambiguo in italiano. Le credenze valide, cioè quelle che costituiscono conoscenza metodica e non un mero indovinare a caso, sono quelle accompagnate da una garanzia (warranty in inglese) che proviene dal fatto che sono ottenute da procedute conoscitive valide secondo una esplicita definizione. Come spiegano analiticamente gli autori dei due studi citati, M. Di Stasio e G. C. Di Gaetano, la teoria della conoscenza sviluppata da Plantinga ha l'ambizione di avere una portata molto vasta, e spaziare dalla scienza sperimentale, alla conoscenza di Dio, passando per le scienze umane.

Versione aggiornata il 5 agosto 2019

Giovanni Pistone